Proseguirà ancora, fino almeno a tutto il 2025, il “Piano lavoro sicuro” lanciato nel 2014 dalla Regione pochi mesi dopo quel rogo notturno, in un’azienda tessile di Prato in cui, il 1 dicembre 2013, morirono sette operai di origine cinese, cinque uomini e due donne, che in quel capannone lavoravano e vivevano. Un piano straordinario con cui furono assunti settantaquattro nuovi giovani ispettori per la sicurezza dell’Asl Toscana Centro per controllare a tappetto in tutta l’area metropolitana – per lo più a Prato ma anche a Firenze, Empoli e Pistoia – le aziende più a rischio, quelle dove le più elementari norme di sicurezza rischiavano di non essere rispettate e accanto a macchinari si realizzavano, in violazione delle norme urbanistiche, cucine abusive alimentate da bombole a gas e loculi dormitorio dove dormire.