Venator, Nuova Solmine (gruppo Solmar) subentra da inizio gennaio 2026  – www.toscana-notizie.it

2 Dic, 2025


Va verso una soluzione positiva la crisi della Venator, storico insediamento produttivo di Scarlino (Grosseto), unico in Italia a produrre biossido di titanio. Dal tavolo che si è concluso oggi pomeriggio al Mimit a Roma, al quale ha preso parte anche il ministro Adolfo Urso, emerge che sarà Nuova Solmine (gruppo Solmar) la nuova proprietà. La società ha infatti firmato un accordo preliminare ma vincolante che prevede il superamento delle clausole sospensive e la firma dell’accordo per la cessione definitiva il 29 dicembre 2025. Oltre al salvataggio di tutti i lavoratori, circa duecento, attualmente in cassa integrazione.

Secondo le intenzioni presentate da Luigi Mansi, presidente di Nuova Solmine, la ripresa dell’attività produttiva è prevista per il prossimo 2 gennaio, con la riattivazione della prima linea e l’impiego dei primi 134 lavoratori; ad inizio aprile l’attivazione anche della seconda linea con il rientro a lavoro di tutti i circa duecento dipendenti attualmente in Cig. Si tratta di un’importante ripresa produttiva del sito, mentre ad oggi tutti gli stabilimenti produttivi di Venator in Europa sono fermi, anche per la situazione di procedura concorsuale della casa madre. Sempre secondo Mansi, Nuova Solmine, oltre alla piena occupazione, sarà attenta alla ricerca per sviluppare nuovi sistemi per ridurre l’impatto ambientale dei reflui e alla proposta commerciale: acido solforico, ossido di tirano e energia elettrica senza co2. La nuova società sarà autonoma e controllata al 100%, poi dopo un piano triennale di rilancio si fonderà con Nuova Solmine.

Soddisfazione è stata espressa anzitutto dal presidente Eugenio Giani, che ha sottolineato “il grande impegno profuso dalla Regione per arrivare ad una soluzione che fosse in grado di coniugare la ripresa produttiva, la salvaguardia dell’occupazione e quella ambientale. Abbiamo portato avanti un dialogo costante con tutti i soggetti coinvolti, riuscendo a ridare una prospettiva industriale chiara, investimenti importanti e garanzie ad un territorio ed una comunità che non potevano permettersi di perdere una realtà così rilevante”. Gli fa eco l’assessore a economia, agricoltura e turismo Leonardo Marras. “Ritengo decisivo il ruolo che la Regione ha avuto in questa vicenda: non ci siamo mai arresi all’ipotesi della chiusura del sito. Abbiamo chiesto e ottenuto supporto al governo che ha affiancato la nostra azione alla ricerca di acquirenti seriamente interessati. Oggi finalmente possiamo ritenerci soddisfatti per l’esito. Oltre alla salvaguardia di occupazione e competenze, viene restituito un futuro a tutta la comunità maremmana”.

Secondo Valerio Fabiani, consigliere speciale del presidente Giani per lavoro e crisi aziendali, “è un’operazione importante perché oltre a salvare un sito produttivo e tutti i posti di lavoro, è maturata nel territorio ad opera di un’impresa che ha radici profonde in quella porzione di Toscana. Ma è fondamentale anche perché si prefigura come una vera operazione industriale volta a ricostruire un’intera filiera produttiva che è un pezzo fondamentale dell’industria chimica di base italiana”.

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