Abbiamo incontrato, per conflombardia. com, Ilaria Maria Preti. Giornalista, donna, madre, professionista che lavora in proprio, e candidata alle elezioni di regione Lombardia per la Lista Fontana Presidente. Le abbiamo chiesto le motivazioni della sua candidatura e quale sono i suoi progetti.
Andiamo al sodo. Parliamo di partite iva e di piccola e media impresa. Come vedi la situazione lombarda?
Io sono una persona diretta. La situazione è molto difficile, ma c’è la possibilità di vedere la luce. La Lombardia non ha quasi più grandi aziende. Il tempo del grande, lombardo e strutturato è passato. La nostra economia ruota ora intorno ai professionisti autonomi, con partita iva, alle piccole aziende, ai commercianti e nonostante questo riusciamo a fare innovazione ad essere i primi al mondo in molti campi, e a pagare allo stato centrale di Roma un livello di tasse tale da generare un residuo fiscale da 54 miliardi di euro l’anno. Per intenderci: 54 miliardi è quanto il governo europeo ha chiesto al Regno Unito per chiudere i rapporti con l’Europa dopo la Brexit. Un intero stato composto da 4 nazioni pagherà per uscire dall’Europa tanto quanto noi Lombardia diamo a Roma per rimanere nello stato italiano. Non vorrei dirlo ma ancora una volta noi lombardi facciamo la figura dei fessi. Lavoriamo come dei pazzi, da soli generiamo un pil degno di un grande stato europeo, e ci lasciamo mettere i piedi addosso? No, con calma e buon senso questa situazione va risolta. La Lombardia deve difendere le sue piccole aziende, settore per settore, da quello agricolo a quello industriale, a quello dei servizi. I Bandi e le misure a sostegno delle imprese piccole e medie devono essere concreti e reali, devono dare la concreta possibilità di iniziare attività e non costituiti dalle bricioline che sono state distribuite finora.
Da che cosa dipende questa situazione?
So bene che il poco fatto dipende dal bilancio regionale ristretto dai tagli del governo centrale e assorbito all’80% della sanità, che a sua volta è in difficoltà, con medici sotto pagati, con personale ridotto al minimo e con lo stato che ha chiuso ospedali che erano necessari. Ma non si può più sostenere un simile sistema. Le aziende lombarde devono essere lasciate libere di fare. Abbiamo bisogno dell’autonomia regionale, di eliminare il residuo fiscale, di usare i soldi che mettiamo in comune per il bene della Lombardia. Abbiamo bisogno ancora di abbassare il livello delle tasse sulle piccole partite iva, di eliminare l’anticipo irpef e gli studi di settore. Dobbiamo essere trattati da cittadini consapevoli, non da sospetti evasori, solo perchè lavoriamo in proprio. Alcune cose le può fare solo lo stato centrale, e per questo spero nella vittoria di Matteo Salvini, ma altre misure possono essere governate dalla regione Lombardia. Ecco perchè, sapendo perfettamente quale fatica si fa nel mettere insieme uno stipendio accettabile quando si lavora con il regime della partita iva, ho deciso di fare in prima persona.
Quindi ti sei messa in gioco…
Mi sono messa in gioco. Non a cuore leggero, ma lo ho fatto. La candidatura nella lista civica Fontana Presidente mi è parsa più consona alla mia professionalità, come giornalista, anche se ho già trascorsi in politica. Poi bisogna vedere. Io credo che la gente vada informata, che il voto equivale alla fiducia e che si possa chiedere in anticipo una volta sola. Poi, se lo vuoi ancora, devi fare quello che chi ti ha votato ti ha chiesto di fare. E’ una grande responsabilità nei confronti della società e della Lombardia. Io la vedo come un impegno che rispettarò, ma che i miei concittadini ( sono nella lista di Fontana presidente in provincia di Milano) devono prima approvare.
Ho due figli adulti, laureati e bravi. Il primo è un biologo. La seconda è laureata in lingue, ne parla sette. Nessuno dei due però ha ancora un contratto di lavoro definitivo. Quando parlano di mettersi in proprio li dissuado. Peggiorerebbero la loro situazione, allo stato attuale delle cose. Però senza un contratto a tempo indeterminato, a 30 anni non possono comprarsi un’auto, una casa e non possono iniziare a vivere da soli, perchè non possono ottenere credito dalle banche. Tutti i giovani che conosco sono nella stessa situazione, se non peggiore. Non è questo che voglio per loro. Non è quello che voglio per i lombardi. Se noi facciamo sacrifici, se li fanno i nostri giovani, dobbiamo averne un ritorno. Come società, oltre che come singoli e come imprenditori.