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Cittadini e Giustizia Civile: La Soddisfazione Prevale nel 2023

29 Mag, 2024

Un Quadro Completo delle Esperienze e delle Opinioni dei Cittadini Italiani sulla Giustizia Civile

Nel 2023, un’indagine approfondita condotta nell’ambito del progetto “Aspetti della Vita Quotidiana” (AVQ) ha rivelato che i cittadini italiani mostrano un generale aumento della soddisfazione per il sistema della giustizia civile. Questi dati, raccolti da oltre 5 milioni e 900 mila persone di età pari o superiore ai 18 anni, offrono un quadro chiaro delle esperienze e delle opinioni dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario civile.

Partecipazione e Soddisfazione

Il 12% della popolazione adulta ha dichiarato di essere stato coinvolto in una causa civile nel corso della propria vita. Tra questi, il 54,2% si ritiene molto o abbastanza soddisfatto del sistema giudiziario, una percentuale in aumento rispetto al 44,7% rilevato nel 2015. La soddisfazione è particolarmente alta tra le donne e le persone con un livello di istruzione meno elevato.

Distribuzione Geografica e Demografica

Gli uomini risultano più coinvolti rispetto alle donne nelle cause civili (13,3% contro 10,7%). La fascia d’età più coinvolta è quella tra i 55 e i 64 anni (18,3%). I laureati tendono a ricorrere più spesso alla giustizia civile (14,7%). Geograficamente, le cause civili sono più frequenti nel Centro (13,2%) e nel Nord Italia, con picchi in Liguria e Emilia Romagna (14,2%).

Tipologia di Cause Civili

Le cause più comuni riguardano questioni familiari, come separazioni e divorzi, che coinvolgono il 7,1% della popolazione adulta. Seguono le cause legate al lavoro (2,1%), agli incidenti stradali (1,6%), ai debiti e problemi finanziari (1,2%), e ai contenziosi di vicinato (0,8%). Le dispute lavorative sono più frequenti tra gli uomini, così come i contrasti cliente/fornitore e i contenziosi finanziari.

Grado di Soddisfazione

Il livello di soddisfazione varia significativamente tra diverse aree geografiche e demografiche. Il Nord-Ovest registra la maggior soddisfazione (59,7%), mentre le Isole mostrano la minore (47,7%). Il livello di istruzione influisce negativamente sulla soddisfazione, con i laureati che si dichiarano soddisfatti nel 51,2% dei casi rispetto al 59,7% di chi ha solo la licenza elementare. Le casalinghe sono le più soddisfatte (61,6%), mentre lavoratori autonomi e studenti mostrano minore soddisfazione.

Cause Civili Lunghe e Costi Imprevisti

I risultati dell’indagine offrono elementi di riflessione sia sui costi sia sulla durata dei procedimenti, due aspetti certamente legati tra loro. È opportuno analizzare questi aspetti rispetto alle caratteristiche di chi viene coinvolto. I cittadini coinvolti in una causa civile manifestano una mancanza di consapevolezza, al momento dell’avvio della causa, dei costi economici del processo: solo il 28% di coloro che sono stati coinvolti in una causa ne è a conoscenza.

Le donne dimostrano più attenzione degli uomini a questo aspetto (31,5% rispetto a 25,1%), come pure le classi di età tra i 35-44 e i 45-54 anni (30,4% e 30,7%) rispetto ai giovani fino a 34 anni e agli ultrasessantaquattrenni (23,6% e 24,3%). La consapevolezza dei costi del procedimento giudiziario aumenta con il titolo di studio: passando da 18,6% per chi ha la licenza elementare o nessun titolo di studio al 32,1% per i laureati.

La conoscenza dei costi è relativamente maggiore al Nord-ovest (30,8%) e minore al Sud (24,5%) e nelle Isole (22,4%). La conoscenza preventiva dei costi è più diffusa tra coloro che sono coinvolti in contenziosi in materia di previdenza e assistenza (36,8%), diritti della persona (34,1%), cause di famiglia (33,5%). È minore, invece, la conoscenza preventiva dei costi per cause riguardanti contrasti di condominio o di vicinato (15,7%) e contenziosi legati a incidenti stradali o contravvenzioni al codice della strada (17,3%).

La conoscenza è relativamente maggiore per chi ha cause in Tribunale (28,6%) e presso il giudice di pace (28,2%), ed è inferiore per gli uffici di secondo grado: Corte d’appello (14,6%) e Cassazione (21,9%). Questa relazione esprime un’impreparazione rispetto alla complessità del sistema legale e delle procedure legali che, unita a difetti di comunicazione e chiarezza, determina un incremento dei costi, con il prolungamento delle cause ai gradi successivi al primo.

Durata delle Cause Civili

Il 28% delle cause civili si chiude entro un anno. Il processo civile può durare a lungo per molteplici ragioni: litigiosità, insufficiente dotazione di risorse e personale negli uffici giudiziari, difficoltà organizzative, complessità dei processi e delle loro diverse fasi, possibile procrastinazione strategica messa in atto dai legali rappresentanti le parti.

Solo il 28% degli intervistati dichiara che la controversia si è conclusa nello stesso anno dell’avvio. Il 49,7% delle cause si sono concluse entro due anni; il 33,4% tra i due e i cinque anni successivi all’anno di inizio e il 16,9% delle cause ha avuto bisogno di un periodo superiore a cinque anni per concludersi. Queste proporzioni variano territorialmente: il Nord-ovest ha la quota più elevata di cause concluse entro due anni (56,2%) rispetto al Sud e alle Isole (44,4% e 46,3% rispettivamente).

Questo dato sulla durata dei procedimenti si riflette anche nel numero di cause ancora in corso al momento dell’intervista, che riguarda maggiormente gli abitanti del Sud e delle Isole (22,6% e 23% del totale). La durata delle cause in corso evidenzia che il 38% dei procedimenti è iniziato da due anni e il 35,3% da oltre cinque anni.

Le cause che si concludono più frequentemente entro due anni dall’avvio sono quelle relative a interdizioni/inabilitazioni (68,8%), separazioni e divorzi (52,8%), incidenti stradali/contravvenzioni al Codice della strada (48,0%) e rilascio di un immobile e fermo amministrativo di bene mobile (47,3%). Le cause che durano più a lungo riguardano eredità e successioni (il 30,5% dura più di sei anni), diritti della persona (18,2%) e proprietà su beni mobili e immobili (25,5%).

Aspetti da Migliorare nella Giustizia Civile

I cittadini coinvolti in una causa civile indicano vari miglioramenti necessari: riduzione della durata dei procedimenti (70,4%), con picchi al Sud e al Centro (circa il 73%), e semplificazione delle procedure burocratiche (58,9%), livello che al Centro raggiunge il 63,1%. Altri suggerimenti includono la puntualità delle udienze (28,9%), maggiore digitalizzazione/informatizzazione del processo e udienze online (19,5%), incremento degli organici di giudici e collaboratori (18,5%).

Si chiede inoltre maggiore disponibilità (28,5%), imparzialità (20,7%) e competenza (15,1%) da parte di giudici e magistrati. Agli avvocati si richiede maggiore trasparenza sul costo complessivo della causa (21,1%), chiarezza sull’ammontare effettivo della parcella (18,8%), precisione sulla possibile durata della causa (19,5%), correttezza (22,2%), competenza nella materia della controversia (20%), chiarezza sulle probabilità di successo (17,7%), prontezza nel fornire tutte le informazioni necessarie (16,1%) e costante reperibilità (9,4%).

Gli abitanti delle Isole e del Centro offrono più suggerimenti nei diversi ambiti. La digitalizzazione/informatizzazione del processo e le udienze online sono richieste più frequentemente dagli abitanti dei centri urbani (23% contro il circa 18% di chi abita nei piccoli comuni fino a 50mila abitanti).

Rinuncia a Ricorrere alla Giustizia Civile

Sebbene tutti possano agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi, poco più di 900mila cittadini (2,1%) riferiscono di avere rinunciato a esercitare tale diritto, rispetto al 3,5%

nel 2015. Le ragioni includono la sproporzione tra i costi ipotizzati e i possibili vantaggi (21,5%), il rischio di perdere troppo tempo (17,5%), la complessità delle procedure (10,8%), l’incertezza del risultato (10,1%), la scelta di risolvere la controversia autonomamente (10,1%) e le scarse possibilità economiche (8,6%).

Altri motivi meno frequenti sono la scarsa importanza del motivo del contenzioso (5,9%), preoccupazioni di parzialità dei magistrati (4,5%), la scelta di praticare forme alternative delle controversie (4,3%), disorientamento rispetto alle azioni da intraprendere (3,5%) e la ritrosia nel chiamare in causa amici e/o familiari (2,9%). La rinuncia è più frequente tra gli uomini (2,4%) rispetto alle donne (1,9%) e nella fascia di età 45-54 anni (3%).

Il timore che il costo della causa sia eccessivo rispetto al vantaggio ottenibile e il tempo necessario per risolvere la controversia sono le principali determinanti della rinuncia in tutte le aree geografiche.

Conclusione

I dati raccolti nel 2023 mostrano un quadro complesso ma generalmente positivo della percezione della giustizia civile in Italia. La maggiore soddisfazione rispetto agli anni precedenti indica un miglioramento percepito del sistema giudiziario, anche se permangono aree di criticità, in particolare legate alla durata dei procedimenti e ai costi imprevisti. Queste informazioni sono cruciali per i decisori politici nella pianificazione e valutazione delle politiche future nel campo della giustizia civile.

Il miglioramento della consapevolezza dei costi, l’ottimizzazione delle risorse giudiziarie e la semplificazione delle procedure burocratiche sono aspetti essenziali per incrementare ulteriormente la fiducia dei cittadini nel sistema della giustizia civile. Inoltre, la digitalizzazione dei processi e l’adozione di udienze online rappresentano passi importanti verso un sistema giudiziario più efficiente e accessibile. L’attenzione ai suggerimenti dei cittadini e la loro attuazione concreta potrebbero contribuire significativamente a un ulteriore aumento della soddisfazione nei confronti del sistema giudiziario civile in Italia.

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