La figura paterna è profondamente cambiata nel tempo. Se un tempo il padre era visto principalmente come il “capofamiglia” che provvedeva economicamente ai figli, oggi il suo ruolo è più ampio e coinvolto, con una crescente attenzione alla partecipazione attiva nella crescita dei figli. Tuttavia, conciliare lavoro e famiglia rimane una sfida, soprattutto in un mercato del lavoro ancora poco attento alle esigenze dei padri lavoratori.
Paternità e lavoro: un equilibrio difficile
Molti padri si trovano di fronte a un bivio: dedicare più tempo alla carriera o trascorrere più ore con la propria famiglia? Spesso, la pressione sociale e lavorativa li spinge a dare priorità al lavoro, con il rischio di perdere momenti fondamentali nella crescita dei figli.
Uno dei principali ostacoli è la mancanza di politiche aziendali adeguate:
- Il congedo di paternità in Italia è ancora molto limitato rispetto ad altri paesi europei (attualmente di soli 10 giorni obbligatori).
- La cultura del lavoro flessibile è poco diffusa, rendendo difficile per i padri adattare gli orari lavorativi alle esigenze familiari.
- Lo smart working, sebbene sia diventato più comune dopo la pandemia, non sempre è concesso ai lavoratori con figli piccoli.
Il congedo parentale: un diritto ancora poco utilizzato
Secondo i dati INPS, i padri italiani usufruiscono molto meno del congedo parentale rispetto alle madri, spesso per timore di penalizzazioni in azienda o per una cultura lavorativa che ancora vede la cura dei figli come un compito primariamente materno. Tuttavia, diversi studi dimostrano che la presenza attiva del padre nei primi mesi di vita del bambino porta benefici sia al figlio che all’equilibrio familiare.
Lavoro e famiglia: le aziende fanno abbastanza?
Alcune aziende più lungimiranti stanno introducendo misure per sostenere i padri lavoratori, come:
✅ Congedi di paternità più lunghi, con giorni retribuiti oltre il minimo previsto dalla legge.
✅ Orari di lavoro più flessibili, con possibilità di entrare o uscire a orari adattabili alle esigenze familiari.
✅ Smart working e settimana corta, per favorire un maggiore equilibrio tra vita privata e professionale.
✅ Sostegno alla genitorialità, con iniziative di welfare aziendale come asili interni o bonus baby sitter.
Paesi come la Svezia e la Norvegia sono all’avanguardia in questo ambito, con congedi di paternità obbligatori più lunghi e un’attenzione maggiore all’equilibrio tra lavoro e famiglia.
Un nuovo modello di padre e lavoratore
Per favorire un cambiamento concreto, è necessario un impegno collettivo da parte di aziende, istituzioni e società. Bisogna superare lo stereotipo del padre “aiutante” e riconoscere che la genitorialità è una responsabilità condivisa.
Investire in politiche aziendali a misura di famiglia non solo migliora la qualità della vita dei lavoratori, ma aumenta la produttività e la soddisfazione lavorativa. I padri di oggi non vogliono scegliere tra carriera e famiglia, ma desiderano poter essere presenti in entrambi gli ambiti senza rinunce o sensi di colpa.
Il futuro del lavoro passa anche da qui: un mondo più equo per i padri significa un mondo migliore per tutti.