Quando la Povertà Diventa Colpa del Cittadino
C’è un dato che dovrebbe far riflettere chiunque: milioni di italiani vivono con meno di 1.500 euro al mese, tra pensioni, stipendi da fame e partite IVA spremute fino all’osso. Un dato inconfutabile, reale, sotto gli occhi di tutti. Eppure, c’è chi — da salotti ben illuminati o uffici ministeriali ovattati — ha l’ardire di metterlo in dubbio.
Ci raccontano, con tono paternalistico, che “se si evadessero meno tasse, tutti pagherebbero meno”. Che “i pensionati hanno una pensione bassa perché il sistema era sbagliato”. Che “i lavoratori guadagnano poco perché altrimenti le aziende non sarebbero competitive”. Insomma, ci girano intorno con mille formule, ma alla fine il messaggio è sempre lo stesso: la colpa è tua, cittadino. Non dello Stato. Non del sistema. Tua.
Ma noi non ci stiamo.
🔻 Il grande inganno: mettere il cittadino contro il cittadino
Invece di intervenire con riforme strutturali, si continua a usare la solita strategia antica quanto il potere: mettere le persone le une contro le altre.
- Il dipendente contro l’autonomo.
- Il lavoratore privato contro quello pubblico.
- Il pensionato contro il giovane precario.
- Il nord contro il sud.
- Il povero contro il più povero.
Un teatrino ben orchestrato, dove ognuno guarda l’altro con sospetto, mentre chi governa davvero il gioco resta invisibile. E intanto, i problemi restano. E peggiorano.
🏛️ Il mito dell’isola felice: anche nel pubblico il disastro è vicino
Se lavori nella pubblica amministrazione, o in qualche società collegata, potresti illuderti di vivere in un’oasi sicura. Ma anche lì, il disastro è dietro l’angolo. Tagli, precarietà, incarichi senza prospettive, carichi di lavoro fuori controllo. Chi oggi pensa di essere al sicuro, domani potrebbe svegliarsi senza tutele. La sicurezza non esiste più, nemmeno nelle “cattedrali” dello Stato.
💶 Prigionieri dell’euro: la moneta che ci ha tolto sovranità
E poi c’è la gabbia più grande di tutte: l’euro. Una moneta che non ci appartiene più, creata per unire ma finita per soffocare. Tutti gli Stati europei hanno ceduto le proprie banche centrali, le proprie zecche, la capacità di battere moneta sovrana. Ricordiamoci: una volta, lo Stato italiano stampava lire. E quella lira — che forse all’estero valeva poco — in Italia valeva tutto. Pagava stipendi, pensioni, opere pubbliche, servizi.
E intanto l’Italia, con le sue esportazioni manifatturiere e alimentari, portava dentro valuta vera. Era una potenza economica reale. Oggi, con un euro a trazione tedesca e francese, siamo diventati uno Stato a rimorchio, sempre in affanno, sempre in rincorsa.
⚠️ L’ordine europeo per il riarmo: PIL alla difesa e vantaggi per pochi
Negli ultimi mesi, l’Unione Europea — su pressione NATO — ha richiesto agli Stati membri di aumentare significativamente la spesa militare, andando oltre la soglia simbolica del 2% del PIL.
Il presidente Macron ha proposto una soglia europea del 3–3,5%, mentre il nuovo segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha spinto per un traguardo del 3,7% del PIL destinato alle spese per la difesa. Il tutto in nome della sicurezza comune.
Ma chi ne beneficerà davvero?
🇩🇪 La Germania, che ha già approvato 90,8 miliardi per il riarmo nel 2024 (2,1% del PIL), con industrie belliche pronte a moltiplicare profitti.
🇫🇷 La Francia, che punta a superare il 3% del PIL, con nuove tasse interne ma anche con grandi ritorni industriali grazie al complesso militare nazionale.
🇮🇹 L’Italia, invece? Con un debito pubblico insostenibile, infrastrutture da rifare e una popolazione che già non arriva a fine mese, rischia solo di impoverirsi ancora, per inseguire decisioni altrui. L’industria militare italiana è marginale rispetto a quella dei due colossi franco-tedeschi: il nostro contributo sarà di spesa, non di ritorno.
📜 La storia si ripete… per chi non impara
La storia insegna, ma nessuno ascolta. L’impoverimento sistemico delle stesse nazioni, il controllo centralizzato delle finanze, la corsa agli armamenti… sono il preludio di qualcosa di molto più grave. La storia ce lo ha già mostrato: quando si affama il popolo, la guerra non è mai lontana.
📢 La verità scomoda
Non è l’evasione del piccolo artigiano che ha distrutto il sistema. Non è il pensionato da 900 euro il colpevole. La colpa è di un sistema che ha preferito i mercati alla giustizia sociale, la burocrazia alla libertà, il debito alla crescita reale.
Bisogna ricostruire dal basso una nuova sovranità popolare ed economica. Con coraggio. Con visione. E soprattutto, con dignità.
Perché senza dignità, nessun popolo è davvero libero.