Dal fenomeno metropolitano alle province
Per anni il coworking è stato percepito come una moda delle grandi città, legato a community di freelance digitali e startup innovative. Oggi la realtà è diversa: anche le province lombarde stanno vivendo una crescita significativa di spazi condivisi. Secondo i dati dell’Osservatorio Coworking Italia 2024, oltre il 40% dei nuovi hub aperti negli ultimi due anni si trova in città medio-piccole, da Cremona a Sondrio, da Mantova a Lodi. Questi spazi rispondono a esigenze concrete: riduzione dei costi fissi, flessibilità di utilizzo e possibilità di accedere a servizi che una singola PMI o un libero professionista non potrebbe permettersi. In una società sempre più fluida, il coworking diventa un’alternativa solida all’ufficio tradizionale, offrendo non solo scrivanie, ma connessioni, idee e nuove opportunità commerciali.
Il coworking come leva di competitività territoriale
Gli spazi condivisi non sono solo luoghi di lavoro, ma veri motori di sviluppo economico locale. Un hub di coworking nato a Pavia ha attratto oltre 60 professionisti, generando nuove collaborazioni tra consulenti finanziari, avvocati e startup digitali. A Brescia, un centro polifunzionale ha trasformato un ex capannone industriale in un ecosistema che ospita PMI manifatturiere e laboratori creativi, con eventi di networking che hanno portato a contratti incrociati. Secondo Unioncamere Lombardia, il 55% delle imprese che utilizzano spazi di coworking dichiara di aver sviluppato nuove collaborazioni entro il primo anno. Le province, spesso penalizzate da carenza di opportunità, trovano in questi hub un catalizzatore per trattenere talenti e favorire l’imprenditorialità diffusa.
Networking e contaminazione di competenze
La forza del coworking non è la scrivania condivisa, ma la possibilità di incontrare competenze diverse. In un hub di Cremona, una giovane startup che sviluppava software per il settore agricolo ha trovato un partner ideale in una cooperativa di produttori locali: da questa sinergia è nato un progetto di digitalizzazione delle filiere agroalimentari. A Lodi, un gruppo di liberi professionisti del settore legale ha stretto alleanze con consulenti di marketing per offrire pacchetti integrati a imprese locali. Queste contaminazioni generano valore aggiunto che va oltre i confini del singolo business. Secondo l’Harvard Business Review, il 70% delle innovazioni nelle PMI nasce da collaborazioni esterne: il coworking, in questo senso, è un terreno fertile per far crescere idee e trasformarle in progetti concreti.
Smart working e coworking: un binomio vincente
La diffusione del lavoro agile ha accelerato la domanda di spazi flessibili anche fuori dalle metropoli. Molti lavoratori preferiscono ridurre i tempi di spostamento scegliendo hub vicino a casa, che garantiscono comunque connessione veloce, sale riunioni e comunità professionali attive. Un’indagine di Regus 2024 mostra che il 62% dei lavoratori agili italiani utilizza spazi di coworking almeno una volta a settimana. A Mantova, un hub specializzato nel settore culturale ha attratto traduttori, grafici e copywriter che lavorano per clienti internazionali senza lasciare il territorio. Questo modello, se diffuso capillarmente, può ridurre l’esodo di giovani professionisti dalle province verso Milano, rafforzando il tessuto socioeconomico locale e creando nuove opportunità di impresa e occupazione.
Sfide e criticità del coworking nelle province
Nonostante i vantaggi, il coworking fuori dalle metropoli incontra sfide significative: sostenibilità economica, mancanza di cultura collaborativa e scarsa conoscenza del modello da parte delle PMI tradizionali. Alcuni hub nati con entusiasmo hanno chiuso in meno di due anni per mancanza di massa critica. A Sondrio, un progetto pilota ha dovuto ridimensionarsi a causa della difficoltà di attrarre professionisti disposti a cambiare abitudini consolidate. Tuttavia, le esperienze di successo mostrano che con un buon mix di servizi, eventi e promozione, il coworking può radicarsi anche in territori più piccoli. La chiave è la capacità di integrarsi con il contesto locale, offrendo non solo spazi, ma valore aggiunto concreto per le imprese del territorio.
Scenari futuri: coworking come ecosistema territoriale
Nei prossimi anni il coworking nelle province potrebbe diventare un pilastro delle politiche di sviluppo locale. Le amministrazioni comunali stanno iniziando a incentivare la nascita di hub condivisi, riconoscendone l’impatto positivo in termini di occupazione e innovazione. Secondo il World Economic Forum, entro il 2030 oltre il 30% della forza lavoro globale potrebbe operare in spazi condivisi. In Lombardia, questo significa opportunità per rilanciare aree periferiche e rigenerare immobili dismessi, trasformandoli in poli di creatività e business. La sfida sarà creare reti interconnesse tra hub provinciali e realtà metropolitane, affinché il coworking diventi non solo una soluzione di lavoro, ma un ecosistema integrato capace di generare crescita diffusa e inclusiva.
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