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Turni, notti, festivi: gli extra che spesso “spariscono”

4 Ott, 2025

La questione invisibile delle indennità mancanti

Quando si parla di buste paga sotto-soglia, il dibattito pubblico si concentra quasi sempre sui minimi tabellari fissati dai contratti collettivi. Tuttavia, un’ampia parte delle retribuzioni effettive dei lavoratori dipende dalle indennità accessorie: straordinari, maggiorazioni per turni notturni, festività e lavoro domenicale. Sono voci obbligatorie, previste dai CCNL rappresentativi e tutelate dall’art. 36 della Costituzione, ma che troppo spesso “spariscono” o vengono sottostimate nei cedolini. In alcuni settori, come la vigilanza privata, la logistica e la sanità privata, queste componenti possono incidere fino al 20-25% della busta paga mensile. Non riconoscerle significa, di fatto, scendere sotto le soglie minime stabilite dall’INPS (57,32 €/giorno per il 2025) e violare i principi ribaditi dalla Cassazione con l’ordinanza 19467/2025. È una pratica subdola, perché formalmente la paga base risulta corretta, ma nella sostanza il lavoratore riceve meno del dovuto.

Il quadro normativo: diritti non comprimibili

Le maggiorazioni per lavoro notturno, festivo e straordinario non sono “bonus discrezionali”, ma diritti inderogabili. I CCNL leader prevedono percentuali precise: ad esempio, nei contratti confederali di vigilanza il lavoro notturno deve essere maggiorato del 30%, quello festivo fino al 50%, e le ore straordinarie hanno incrementi variabili tra il 15% e il 30%. La giurisprudenza ha più volte ribadito che la mancata corresponsione di queste voci equivale a una violazione contrattuale e costituzionale. Eppure, accordi di prossimità o contratti pirata spesso “rimodulano” queste indennità, riducendole o eliminandole del tutto. Con la Cassazione 19467/2025, il principio è chiaro: non si possono stipulare accordi peggiorativi che portino la retribuzione complessiva sotto la soglia minima di sufficienza. Ogni omissione diventa dunque non solo un’irregolarità, ma una violazione diretta della legge e della Costituzione.

Settori a rischio: vigilanza, logistica, sanità

Le omissioni delle indennità accessorie sono particolarmente diffuse nei settori dove i turni sono strutturali. Nella vigilanza privata, ad esempio, il 70% del lavoro avviene in fascia serale, notturna o festiva. Se le maggiorazioni previste dal contratto non vengono riconosciute, il salario effettivo si riduce drasticamente, scendendo anche di 200–300 euro al mese sotto i valori legali. Situazione analoga nella logistica, dove il lavoro straordinario e domenicale è prassi quotidiana, e nella sanità privata, dove il lavoro festivo è indispensabile ma spesso retribuito come ordinario. In tutti questi casi, le buste paga appaiono formalmente “in linea”, ma l’assenza delle indennità rende il trattamento economico non conforme. È un fenomeno che altera la concorrenza: le imprese che rispettano le regole si trovano svantaggiate rispetto a chi risparmia violando i diritti dei lavoratori.

L’incrocio dei dati UNIEMENS

Il sistema UNIEMENS, che raccoglie mensilmente i dati retributivi e contributivi trasmessi all’INPS, rende sempre più difficile occultare queste omissioni. Se la paga base risulta corretta ma i contributi versati sono inferiori a quelli attesi per il numero di ore e turni dichiarati, l’anomalia emerge in automatico. Grazie all’incrocio con i dati CNEL sui CCNL applicati, diventa evidente se un’azienda sta sotto-dichiarando indennità obbligatorie. Questo significa che i controlli non dipendono più solo dalle denunce dei lavoratori o dalle ispezioni sindacali, ma possono essere attivati direttamente dagli enti previdenziali. È un salto di qualità nella trasparenza, che trasforma le omissioni da “abitudine tollerata” a rischio certo di sanzioni, recuperi contributivi e cause giudiziarie.

La giurisprudenza: una linea sempre più netta

Negli ultimi anni i tribunali hanno adottato un approccio sempre più rigido. Sentenze della Corte di Cassazione e dei Tribunali del lavoro hanno ribadito che il mancato riconoscimento di indennità di turno, notturno o festivo non è una semplice “inadempienza formale”, ma una lesione del diritto alla retribuzione proporzionata e sufficiente. In più occasioni i giudici hanno disposto il pagamento retroattivo di indennità non corrisposte anche per periodi pluriennali, con interessi e rivalutazione. L’ordinanza 19467/2025 si inserisce in questo solco, rafforzando la tesi che il rispetto dei minimi non riguarda solo la paga base, ma l’intero pacchetto retributivo. Ciò mette le imprese davanti a una scelta netta: adeguarsi subito, o affrontare contenziosi lunghi e costosi che possono compromettere la loro stessa sopravvivenza.

Scenari futuri: la centralità della compliance

Nei prossimi anni è prevedibile che il tema delle indennità mancanti diventi un indicatore chiave di legalità aziendale. Le stazioni appaltanti pubbliche stanno già introducendo criteri che premiano le imprese capaci di dimostrare trasparenza contrattuale e rispetto delle maggiorazioni previste. Inoltre, il crescente interesse per i criteri ESG spingerà gli investitori privati a valutare la correttezza retributiva come parametro di sostenibilità sociale. In questo contesto, le aziende che oggi pensano di risparmiare poche centinaia di euro al mese per dipendente rischiano di perdere appalti, investimenti e reputazione. La compliance non sarà più un costo, ma una condizione di sopravvivenza e crescita.

La proposta di CONFLOMBARDIA

Per aiutare le imprese a evitare queste trappole, CONFLOMBARDIA ha creato l’Audit Minimi & CCNL, un servizio che controlla non solo la paga base, ma l’intera struttura retributiva: straordinari, indennità, contributi. Attraverso l’analisi dei cedolini e dei flussi UNIEMENS, siamo in grado di evidenziare ogni omissione e proporre un piano di riallineamento immediato. Non si tratta solo di rispettare la legge, ma di costruire un modello di impresa che valorizzi i lavoratori e si presenti sul mercato con credibilità. La trasparenza sugli extra non è un lusso: è la condizione per un futuro competitivo e sostenibile. Come sempre, la nostra bussola rimane chiara: “No mordi e fuggi, ma segui e servi.”

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