Negli ultimi giorni, il tema degli equilibri aziendali tra licenziamenti e distribuzione dei dividendi è stato ampiamente discusso sui social, prendendo spunto da situazioni come quella di un noto gruppo industriale italiano. Dati come miliardi distribuiti agli azionisti a fronte di migliaia di licenziamenti sollevano domande legittime sull’etica aziendale. Ma per affrontare queste dinamiche in modo costruttivo, è necessario andare oltre la superficie e analizzare il contesto più ampio.
Il Ruolo di Imprenditori e Manager
L’obiettivo principale di un imprenditore o di un manager è rendere la propria azienda competitiva nel lungo termine, soddisfacendo i clienti con prodotti e servizi di qualità, valore e prezzo adeguati. Questo richiede una visione strategica su più livelli:
- Lungo termine (20-30 anni)
- Medio termine (5-10 anni)
- Breve termine (3-5 anni)
- Brevissimo termine (l’anno in corso e il successivo).
Per raggiungere questi obiettivi, l’adozione di tecnologie innovative, dalla robotica all’intelligenza artificiale, è essenziale non solo per migliorare l’efficienza aziendale ma, idealmente, per migliorare anche la vita delle persone.
Tuttavia, ogni innovazione comporta inevitabilmente cambiamenti. Tagli occupazionali, ad esempio, non sono un fenomeno nuovo: sono avvenuti con la meccanizzazione dell’agricoltura, accadono oggi con l’automazione e accadranno domani con tecnologie come la guida autonoma, sostituendo lavori tradizionali.
Chi è Responsabile del Futuro del Lavoro?
Ed è qui che emerge la vera questione: l’imprenditore o il manager non può sostituirsi alle istituzioni e alla politica.
Se è loro responsabilità garantire la sostenibilità e la competitività dell’azienda, spetta alle istituzioni e alla politica garantire che i cittadini siano pronti ad affrontare il futuro, dotandoli delle competenze necessarie.
Quando la politica si concentra solo sul breve periodo, è inevitabile che il sistema formativo e lavorativo non riesca a stare al passo con le trasformazioni tecnologiche ed economiche. Questo porta a disoccupazione, precarietà e intere categorie professionali lasciate senza un futuro.
Una Lezione per il Presente
Il dibattito sui social ci porta a chiederci: stiamo davvero affrontando il problema alla radice? O stiamo osservando solo le conseguenze? La realtà è che il cambiamento economico e tecnologico richiede una collaborazione tra imprese, istituzioni e politica, con una visione condivisa che vada oltre l’emergenza e le contrapposizioni.
Oggi, purtroppo, viviamo un clima di “tutti contro tutti,” in cui lavoratori e manager, categorie professionali e settori si contrappongono tra loro, mentre il vero problema resta irrisolto: un sistema incapace di adattarsi e di prepararsi al futuro.
Un Futuro Etico e Sostenibile
Fare impresa oggi richiede etica e responsabilità, ma anche la comprensione delle sfide strutturali che il nostro sistema deve affrontare. Non si tratta solo di distribuire i profitti, ma di costruire una società in cui ogni persona possa avere un ruolo significativo.
L’innovazione può e deve essere al servizio dell’uomo. Ma perché questo accada, dobbiamo lavorare insieme per garantire un equilibrio tra progresso tecnologico e giustizia sociale. Il futuro non è una minaccia: è un’opportunità, se ci prepariamo a coglierla.
Che ne pensate? Siete d’accordo che sia il momento di agire con una visione di lungo termine per costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti?
Che ne pensi? Vuoi ulteriori modifiche o integrazioni?